Aiuto:Avvertenze su inserimento Modo di dire o un Proverbio

Da Dialetto Metaurense.
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AVVERTENZE GENERALI[modifica]

La prèscia vòl el tèmp(sua).Ci sono serviti ben quattro anni per portare a termine il presente volume,il secondo della serie"Come parlano i Fanesi".Ma tanto ci è voluto,questo è stato il tempo richiesto dalla prèscia che qualcuno ci metteva addosso con pressanti richieste e sollecitazioni continue. Eppure quando uscì il primo volume"Come parlano i Fanesi-Dizionario",gran parte del materiale qui utilizzato era già acquisito,anche se successivamente,interviste,questionari,ecc. ci hanno permesso di arricchirlo in modo cospicuo e significativo. Molti sono stati i problemi di ordine metodologico che abbiamo dovuto affrontare sia per la ricerca,sia per la classificazione,sia per la forma più appropriata delle espressioni.Riassumiamo brevemente le scelte operate in merito alle questioni più importanti.

  1. MODI DI DIRE E PROVERBI

L'oggetto della ricerca è costituito da tutte le locuzioni,i modi di dire e i proverbi usati a Fano,anche se non esclusivi della nostra città e comuni nella lingua italiana,purchè presenti nel dialetto fanese.

  1. STRUTTURE FORMALE DEI PROVERBI E DEI MODI DI DIRE

Mentre i proverbi hanno una forma piuttosto rigida e codificata,quasi immutabile in tutte le testimonianze raccolte,l'estrema variabilità dei modi di dire ci ha condotti,di volta in volta,ad effettuare delle scelte al fine di riportare l'espressione più viva e di più immediata forza comunicativa. Per questo motivo talvolta alcuni modi di dire,usati comunemente in molti contesti e dotati di grande flessibilità,sono stati riportati col verbo all'infinito(es. avé j òchi più lârghi dla bòca ;avéč tut'i visi cóm la volp),mentre altri sono stati coniugati in una forma precisa(generalmente alla prima,seconda e terza persona singolare)quando a nostro giudizio,questa sembrava più efficace ad esprimere il concetto in questione(es.č'ho un rafredór che staria bèn mal prét del dòm;me pâri el mat de Birarèl;è bèl mom en bala).

  1. CLASSIFICAZIONE DEI MODI DI DIRE E DEI PROVERBI

A questo proposito abbiamo cercato di raggruppare le espressioni secondo alcune categorie semplici.ma esaustive di tutte le variabili semantiche.Pertanto abbiamo seguito,apportando alcune semplificazioni e talvolta alcuni ampliamenti,l'"Atlante Paremiologico Italiano" di Temistocle Franceschi.Abbiamo mantenuto la suddivisione in dodici capitoli,mentre abbiamo operato numerose modifiche nella struttura dei paragrafi,portandoli a 132.

  1. DISTRIBUZIONE DEI PROVERBI E DEI MODI DI DIRE NELLO SCHEMA CLASSIFICATORIO

Generalmente l'inserimento nei vari paragrafi è stato determinato dalla prima parola dell'espressione considerata(sostantivo o verbo)(es. magnâ cóm un purcèl in IL CORPO UMANO.FISIOLOGIA:AVERE FAME,MANGIARE,BERE;avéč el còr sl'alur de pupa in IL CORPO UMANO.ANATOMIA:IL TRONCO) o da quella più significativa a livello semantico(es, sa l'âg e la pesòla la dòna brâva tién su la famijòla in L'UOMO E LA DONNA).In tutti quei casi in cui un'espressione non conteneva parole utili per una collocazione sicura,questa è stata determinata dall'argomento trattato in un certo capitolo(es.cârig de travérs in IL DIVERTIMENTO:I GIOCHI DI CARTE,j avén dât na bèla scimâta in ACQUA,VINO E ALTRE BEVANDE).Tuttavia siamo perfettamente consapevoli che molte espressioni ,classificate in un modo,avrebbero potuto essere collocate in un'altra parte del libro(es.t'acurgerâi tel pisciâ in IL CORPO UMANO.FISIOLOGIA:DEFECARE,ORINARE,SCOREGGIARE,PUZZARE,o IMPRECAZIONI E MINACCE;scupâ cóm un rič in SESSO E MATERNITA' o MAMMIFERI VARI);per questo motivo abbiamo cercato di venire incontro al lettore con un Indice Analitico.

  1. VARIANTI

Le numerosissime varianti esisitenti dei modi di dire e dei proverbi usati nel dialetto fanese,sono state riportate dopo l'espressione principale,precedute dal simbolo ">".Quando la variazione tra un detto e l'altro era minima,limitata ad un solo elemento della frase(verbo,nome,aggettivo,ecc.)si è preferito inserire questo,nel testo principale,tra parentesi,sempre preceduto dal simbolo ">"(es.a béva l'acqua s'aruginisč i palmón(>budèi)= a bere l'acqua si arruginiscono i polmoni(>budelli),vènda(>cumprâ) a cancèl chiuś (>apért)=vendere(>comprare) a cancello chiuso(aperto).Nel caso in cui nell'uso corrente una o più parole della frase possono venire omesse,senza che il senso dell'espressione risulti alterato,queste parti non determinanti sono state inserite tra parentesi(es.La prèscia vòl el tèmp(sua) significa che si può dire indifferentemente La prèscia vòl el tèmp o La prèscia vòl el tèmp sua,la gràndina(porta via,mo)en porta carestia significa che il detto la gràndina porta via,mo en porta carestia viene usato anche nella forma la gràndina en porta carestia).

  1. CRITERI SEGUITI NELLA SCRITTURA DEL DIALETTO FANESE

Per quanto riguarda tutti i problemi di trascrizione del dialetto fanese ,fonologici e fonetici,ortografici.ecc. si fa riferimento a quanto riportato in Indicazioni fonologiche e fonetiche.In merito all'uso della lettera zeta,della esse sorda(s) e sonora(ś) si rimanda a Zeta sorda e sonora. Va precisato inoltre che alcune forme comparative diffusissime nel dialetto di Fano,"che ne" e "cume"(in italiano rispettivamente"che non è" e "com' è"),dovrebbero essere scritte correttamente "che 'n è" e "cum è".Tuttavia,per evitare complicazioni di scrittura ed ulteriori difficoltà di lettura che potrebbero verificarsi(es.La Maria è più bèla che 'n è té!=Maria è più bella di te;Nisciun è brâv cum è te!=Nessuno è bravo come te!)abbiamo preferito mantenere le forme contratte"che ne" e "cume".


  • Come parlano i Fanesi(Volume secondo).Modi di dire e proverbi.Agostino Silvi e Ermanno Sorcinelli.